Le percentuali precise sono:
- linguaggio verbale (le parole che uso, cosa dico) 7%
- linguaggio para-verbale (timbro, tono della voce,come lo dico) 38%
- non-verbale (i gesti,le espressioni, la gestione dello spazio intorno a me) 55%.
E’ interessante pensare a queste percentuali. La comunicazione non-verbale incide per il 93%!
Ultimamente in televisione è molto seguita la serie tv “lie to me” con Tim Roth che interpreta uno stravagante studioso di comportamento e linguaggio capace di scovare una bugia per quanto ben celata proprio grazie ai gesti, alla postura, alle micro-espressioni facciali delle sue “vittime”, insomma.. grazie al loro linguaggio non-verbale.
Ma è davvero così? E’ davvero così “semplice” leggere i nostri interlocutori? Avevamo la soluzione sotto i nostri occhi e non ce ne siamo mai accorti?
La risposta è si e no. Nel senso che: si, il linguaggio del corpo è spesso sottovalutato ma soprattutto poco conosciuto e in molti casi è rivelatore. Non di bugie. Di stati d’animo, di emozioni. Come esseri viventi abbiamo la necessità di esprimerci, non solo a parole ma anche con il nostro corpo. Infatti, anche se abbiamo sviluppato un concetto di felicità e possediamo le parole per esprimerlo non cessiamo comunque di distendere le labbra nel modello d’azione chiamato SORRISO.
Il linguaggio non-verbale però non va inteso come una potente macchina della verità. Se così fosse, avremmo risolto gran parte dei problemi legati alla giustizia!Niente processi!Abbiamo il dott.Lightman che indaga!
Bisogna riconoscere però che spesso, molte menzogne e molti comportamenti poco veritieri non vengono scoperti, non tanto grazie alla bravura del bugiardo piuttosto alla scarsa capacità di attenzione di chi ascolta. Vediamo il classico e più conosciuto gesto di “grattarsi” o toccarsi il naso.
Molti osservatori hanno notato che spesso questo gesto si accompagna alla menzogna. Ma immaginate questa situazione: Un uomo ne intervista un altro. Inizialmente le sue domande sono semplici e le risposte che riceve sono brevi e chiare. Ad un certo punto arriva la domanda difficile. La persona intervistata dopo un attimo di silenzio, durante il quale si tocca o gratta il naso, riponde con calma e tranquillità. La domanda non richiede una risposta falsa. E’ semplicemente una questione complicata sulla quale c’è bisogno di riflettere. Allora perché toccarsi il naso?Semplicemente perché il passaggio tra domande semplici e domande complicate genera un momento di “tensione”.
Fatta questa premessa di “valutare sempre i gesti e i segnali “ senza essere categorici, vediamone alcuni segni rivelatori della menzogna:
- Tenere ferme le mani in maniera quasi innaturale(incrociarle o incrociare le braccia). Perché? Perché sappiamo bene che quando parliamo le nostre mai si muovono.Quello che non sappiamo è COME. Quando si mente si cerca inconsciamente di impedire alle nostre mani di “smascherarci”.
- Auto-contatti mano-volto: toccarsi il mento, coprirsi la bocca, sfregarsi il naso, lisciarsi un sopracciglio, toccarsi il lobo di un orecchio. Perché? Inconsciamente quando mentiamo una parte di noi si sente a disagio e vorrebbe “nascondere” ciò che facciamo e quindi tende ad usare la mano come bavaglio. D’altra parte se stiamo mentendo dobbiamo permettere alle bugie di uscire dalla nostra bocca quindi una parte di noi cerca di bloccare il segnale rivelatore. Il risultato è questo contatto-abortito che si sfoga su altre parti della faccia.
- Muovere di più il corpo: piccoli movimenti posturali, spostamenti del corpo per cambiare posizione più frequenti del normale.Sono segnali che rivelano movimenti intenzionali di fuga fortemente inibiti.
- Scuotere la mano. Mentre tutti i movimenti delle mani vengono soppressi, questo è l’unico che si accentua. E’ come se le nostre mani volessero declinare ogni responsabilità di ciò che viene detto.